sabato 21 maggio 2011

[CoNPAss_ML_generale] scatti e ricorsi, una riflessione di conpass.

Ferve in crescendo l'ansia da ricorso, avverso il blocco degli scatti.
Si capisce, il colpo inferto è grave e pure umiliante, se si tiene in cale l'ultima uscita della ministra IUR.
E' intuibile il disagio e la voglia di reagire, non solo per una questione economica (ma anche per quella, non c'è di che vergognarsi).
La questione è che non c'è nessuna fretta e muoversi in modo scomposto può essere dannoso.

Più volte mi è capitato di esprimermi sui temi dei ricorsi via via presentati nelle liste e ogni volta ho manifestato dubbi e ritrosia, non sulla pervietà in sè di un'azione di tal fatta, ma sulla loro consistenza e soprattutto sulla loro strategia.

La questione è che provvedimenti di politica dei redditi, come quello in questione, in un momento di crisi forte rappresentano uno strumento "necessitato", sono ammantati per dir così da un "velo di legittimità costituzionale emergenziale", che rende le manovre per sè ammissibili.
Da questo punto di vista non mi sono sembrati degne di nota tutte le considerazioni che tendono a proporre tertia comparationis esterni allo specifico universitario, proprio perché la diversità di trattamento dei ruoli vari del p.i. non contrattualizzato, trova - abbastanza verosimilmente - ragionevole diversificazione proprio nella diversità dei ruoli e degli stati giuridici. A nulla dire dell'improponibile comparazione il personale contrattualizzato.

Per la stessa ragione e per il dettato della legge, meno oscuro di quanto non si voglia credere, non mi sono sembrate percorribili nè significativamente utili (anche se non dannose) le varie diffide proposte, nella misura in cui tendo a forzare l'operato delle amministrazioni universitarie verso la non applicazione della legge. Al riguardo, potrò sbagliare, è ovvio, mi appaiono del tutto prive di consistenza logico- giuridica le tesi che si incentrano sul da ultimo introdotto non automatismo degli scatti; infatti, tutte le norme che se ne occupano, fino all'ultimo schema di dpr, precisano chiaramente che i nuovi meccanismi fanno salvo il blocco triennale dell'anzianità. In buona sostanza si applicheranno a datare dal 1.1.2014-  Un vantaggio le diffide/lettere lo hanno, certo; è quello di spostare il termine prescrizionale in avanti a datare dalla lettera o diffida stessa. Ma nulla di più. Siamo in pieno campo di diritti soggettivi e non c'è bisogno di provocare alcunché di risposta per agire se si vuole.

Non ho avuto il tempo di raccogliere le varie ipotesi di ricorso, nè lo avrò nel prossimo futuro, ma certo sarebbe utile averle in un unico contesto.

Fatte queste necessarie premesse (prima le cose brutte!), posso ora abbozzare, anche se di fretta e perciò abbastanza apoditticamente, quelli che mi appaiono gli unici argomenti forti; che poi non significa altro che ragionevolmente sostenibili e mai "causa vinta".
Uno è l'irrazionale effetto di bloccare allo stesso modo sia gli scatti dell'8% sei quelli del 2,5%.
Due è l'effetto (di fatto teorico ma vero) di non bloccare alcuno scatto per chi è già al massimo degli scatti.
Tre, connesso ai due vi è l'effetto regressivo del sacrificio; più alto per i redditi più bassi.
Quattro, connesso al tre, vi è l'effetto regressivo del trascinamento del blocco; maggiore per i più giovani con redditi più bassi e minore mano mano che si sale nella scale stipendiale e di anzianità.
Cinque, il mancato recupero dell'anzianità congelato, fermo l'effetto di perdere la corresponsione di uno scatto, con il primo scatto successivo al blocco medesimo. Ciò per due articolati motivi: 5a che l'anzianità di massima non è sospendibile in presenza della prestazione; 5b che il mancato recupero ha anch'esso effetto regressivo, dunque irrazionale, dunque in violazione dell'art. 3 Cost.
La valutazione che faccio è che l'idea di ottenere più della eliminazione degli effetti distorsivi prima elencati mi pare abbastanza remota.

Un'altra considerazione è di c.d. economia processuale. Com'è oramai noto, il governo ha approvato il regolamento concernete il riordino delle progressioni di anzianità dei docenti universitari in servizio, da assumere nel nuovo regime e vecchi optanti. Ma le tabelle - cioè la parte potenzialmente lesiva del regolamento - non sono note. E' vero che il reg. presenta già prima facie diversi aspetti di illegittimità, ma quelli più importanti riguardano la triennalizzazione degli scatti a invarianza della progressione. Il rispetto della condizione si potrà capire solo con le tabelle. Il presentimento è che il dpr darà la stura a un'altra pulsione impugnatoria.

Ora, in definitiva, poichè, non c'è nessuna urgenza (i due tempi possono essere connessi (e possono essere lamentati in un unico ricorso, ma in questo caso si andrebbe tutti al TAR del Lazio), la cosa più saggia da fare - in questo momento - a mio avviso è aspettare. Dovesse arrivare la questione alla Corte Costituzionale da qualunque TAR e speriamo che ci arrivi ben formulata, si può pensare di spiegare intervento adesivo.
Noto, ma solo a margine, che (e dico subito che non è una buona ragione per non fare ricorso, data la sua alta valenza politica) che - sempre a mio avviso - le possibilità di ottenere giustizia a prescindere dalla declaratoria di illegittimità costituzionale delle norme sul blocco, sono vicine allo 0 assoluto, e dico vicine, piuttosto che pari, per non fare torto ai fisici e ai chimici :)

Come Conpass-nazionale, perciò, mi pare che potremmo valutare l'opzione di elaborare uno schema di ricorso (se del caso anche contro il dpr) con meno fretta e più ponderazione tecnica. Lo schema potrebbe essere la base per un gruppo di avvocati vicini a Conpass.
Conpass, inoltre, potrebbe fornire - dato anche il successo delle precedente colletta - supporto, non solo organizzativo ma anche, finanziario a chi si offre per cavia.

Per ora è tutto.

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