venerdì 26 aprile 2013

IL VOTO E' PREZIOSO: ESPRIMERLO E’ UNA DICHIARAZIONE DI FIDUCIA



In vista dell’apertura dei seggi elettronici (vedi)  per le elezioni del Rettore dell'Ateneo di Udine, vogliamo ricordare che IL VOTO E' PREZIOSO ed esprime una volontà di scelta e una delega precisa. 
Riteniamo che rimarcare questo concetto sia utile per inviare un messaggio preciso ai candidati affinché  esprimano principi programmatici in linea con le proposte che abbiamo presentato.
In particolare, per le questioni che attengono direttamente al piano dell’organizzazione interna dell’Ateneo, abbiamo proposto un cambio di rotta rispetto alle politiche dell’attuale Direzione Generale, una sburocratizzazione ed un alleggerimento delle incombenze dipartimentali, con trasferimento di competenze ai Consigli di Corso di Laurea e  riattivazione delle strutture di gestione della didattica che facevano capo alle ex-Facoltà, una revisione in senso democratico dello Statuto.
Per le questioni che attengono alla gestione del finanziamento ordinario e del reperimento di risorse, abbiamo proposto un ripensamento sulle sedi periferiche, scelte chiare per la chiusura dei corsi di laurea non sostenibili, una politica di riequilibrio dei finanziamenti regionali per il sostegno concreto alla ricerca, alle biblioteche, alle attrezzature scientifiche.
Per le questioni che attengono al ruolo istituzionale del Rettore rispetto al Ministero ed al Governo, abbiamo proposto condotte conseguenti che salvaguardino la natura intrinseca della nostra istituzione, contro le ventilate trasformazioni in teaching schools, contro le federazioni di facciata che mascherano solo ridimensionamenti di spesa, contro le campagne per un’internazionalizzazione che è solo la parola d’ordine di una cortina propagandistica tesa ad occultare il grave sottofinanziamento, per un reale diritto allo studio, per una corretta e pianificata politica di reclutamento che abolisca i ricercatori a tempo determinato e riconosca la dignità di tutti i docenti universitari, in definitiva per il superamento dell'ignobile Legge 240/2010, tristemente nota come riforma Gelmini.
Lo Statuto dell'Università di Udine prevede un mandato plenipotenziario al Rettore di sei anni.  Il problema non tanto è la durata, quanto l’accentuazione del ruolo imperiale del Rettore che la riforma Gelmini consente e che il nostro Statuto ha diligentemente recepito, in forza delle scelte adottate con la regia della prof.ssa Compagno. Purtroppo non abbiamo sentito molte critiche al riguardo da parte dei candidati al rettorato.
Quanto sopra indicato marcherebbe una discontinuità netta rispetto alla precedente gestione, con un Rettore che rappresenterebbe il movimento delle comunità accademiche di fronte al progetto strisciante di svuotamento dell’Università pubblica, attuato attraverso l’inaridimento progressivo della ricerca scientifica, della formazione superiore e, in definitiva, del futuro di questo Paese.      
 
In vista del momento di esprimere il voto nel segreto dell'urna-computer suggeriamo una riflessione pacata attraverso una clip ironica ed amara tratta dal film “Signore e Signori, buonanotte” un lavoro italiano satirico del 1976, scritto e diretto da Leo Benvenuti, Luigi Comencini, Piero De Bernardi, Nanni Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro, Furio Scarpelli e Ettore Scola, riuniti nella Cooperativa 15 maggio.

mercoledì 17 aprile 2013

Contributo CoUP all'Assemblea d'Ateneo per le candidature a Rettore: Soluzioni per un impegno programmatico.

Le soluzioni da prospettare ad un Rettore
 
L’assemblea dello scorso 26 marzo 2013, che abbiamo indetto nel quadro del ciclo di incontri della comunità accademica iniziato lo scorso dicembre, ha registrato un animato dibattito sulle richieste da porre al prossimo Rettore della nostra Università. 
Sono state evidenziate le preoccupanti difficoltà del quadro generale e locale, in cui dovrà operare la nostra comunità, e le scelte possibili che per conto di essa dovrà compiere il Rettore. 
E’ emersa una generale convergenza sull’opportunità di indicare linee da seguire per ragionevoli soluzioni ai numerosi problemi in campo, piuttosto che porre domande per giudicare le risposte.
In quest’ottica, le questioni che avevamo identificato come problematiche all’ordine del giorno vanno innanzitutto raggruppate per tipologie, in relazione alle parti e/o controparti che ciascuna chiama in causa. Proprio in base alle platee sollecitate, possiamo individuare tre diversi blocchi di questioni.

Burocrazia, Democrazia e Statuto: snellimento delle procedure burocratiche mediante una riattivazione delle strutture amministrative che facevano capo alle ex-Facoltà; cambio strategia della Direzione Generale; trasparenza degli atti degli organi collegiali; modifica statutaria per una designazione elettiva del CdA; 

questioni che attengono direttamente al piano dell’organizzazione interna dell’Ateneo, con scelte che dipendono direttamente dal Rettore e dagli organi collegiali.

Scelte di bilancio: reperimento di risorse per sostegno interno alla ricerca, alle biblioteche ed al parco strumentale; ripensamento sulle sedi periferiche; chiusura di corsi di laurea non sostenibili per distanziamento dai requisiti minimi;

questioni che attengono alla gestione del finanziamento ordinario (FFO) e del reperimento e gestione di finanziamenti regionali e privati, con le politiche relative di iniziativa del Rettore che, per esempio, puntino ad un riequilibrio degli stanziamenti regionali – oggi troppo concentrati sull’industria – a favore delle università.

Trasformazioni istituzionali: Teaching School, una prospettiva da respingere per rimanere Università; Federazione (Trieste, Verona, Venezia, Padova), possibile solo su base di investimento per potenziamento;

Diritto allo studio e reclutamento: mantenimento delle borse di dottorato senza perdere risorse da destinare ad apprendistato scientifico in industrie; contenimento delle tasse universitarie; allargamento della base dei docenti di I e II fascia; abolizione dei ricercatori TD e ripristino di ricercatori TI;
 
questioni che attengono al ruolo del Rettore come rappresentante di una comunità rispetto al Ministero ed al Governo e che richiedono un impegno di condotta per salvaguardare la natura universitaria della nostra istituzione, nell'ambito di politiche per correzioni essenziali alla Legge 240/2010. 

Correzioni che solo il Parlamento ha la possibilità di apportare, ma che devono provenire dal movimento delle comunità accademiche, di fronte alla prospettiva di svuotamento progressivo dell’elaborazione e della ricerca scientifica, della formazione superiore e, in definitiva, del futuro di questo Paese.