giovedì 21 aprile 2011

UNIVERSITA’/ Lenzi (Cun): tre consigli non richiesti al ministro Gelmini

UNIVERSITA’/ Lenzi (Cun): tre consigli non richiesti al ministro 
Gelmini 
La road map della riforma universitaria prevede una cinquantina di decreti attuativi chiamati a «far funzionare» la legge 240/2010, entrata in vigore il 29 gennaio scorso. Il problema rimane quello dei fondi, dice Andrea Lenzi, docente di Endocrinologia alla «Sapienza» di Roma e presidente del Cun, Consiglio Universitario Nazionale. Ma ci scherza anche su: «pare che questa generazione politica riveli una spiccata propensione al suicidio, visto che vuol passare alla storia come quella che ha tagliato i fondi all’università. Ma in Italia l’università è l’istituzione più vecchia dopo la Chiesa cattolica, e se è sopravvissuta fino ad ora un motivo ci sarà...». Ilsussidiario.net/News/Educazione/2011/4/12/UNIVERSITA ha parlato con lui dei principali temi sul tappeto, dalla governance alle risorse. Per finire con tre consigli - non richiesti - al ministro Gelmini.


Presidente, qual è lo stato dei decreti attuativi?
Come Consiglio Universitario Nazionale abbiamo potuto esaminare cinque decreti attuativi riferiti alle nostre competenze: quello relativo ai settori scientifico-disciplinari, quello sulle equipollenze con i titoli rilasciati all’estero, quello attinente i programmi europei e nazionali che possono essere usati come titolo per l’abilitazione e per i concorsi di chiamata, quello sul valore minimo degli assegni di ricerca e infine il regolamento sull’abilitazione nazionale. Ce ne sono naturalmente molto altri, da quelli amministrativi a quelli finanziari e dunque non di competenza del Cun, che sono stati trasmessi al ministero dell’Economia.



Dunque è soddisfatto?
Considerando che la legge 240 è entrata in vigore il 29 gennaio, e che è la prima legge di riforma dopo decenni, si può dire che il lavoro procede e che il grado di elaborazione è elevato. Certo resta da fare ancora molto.



E la sua opinione sui cinque regolamenti che mi ha citato?
Possiamo ritenerci soddisfatti, se pensiamo che il Cun è stato richiesto di pronunciarsi sulla scrittura di due decreti, e che sul decreto contenente il regolamento per l’abilitazione nazionale il Consiglio di Stato ha espresso un parere interlocutorio espressamente citando il Cun come organismo di riferimento per l’eventuale valutazione dei curricula dei commissari dei concorsi. Su questo punto il Cun aveva espresso la sua opinione già nel lontano 2008, in tempi non sospetti. Come ho detto anche l’altro giorno al convegno, noi abbiamo messo a disposizione a suo tempo la «cassetta degli attrezzi» per fare la riforma. Ora occorre mettere un po’ a punto il «motore».



Veniamo ai punti salienti della riforma. La sua opinione sulla governance?

Per leggere tutta l'intervista di Lenzi rilasciata a Il sussidiario.net il 12/04/2011 clicca qui.

Nessun commento:

Posta un commento