sabato 16 aprile 2011

Le scope della ricerca (tratto dal Blog di F.Sylos Labini)

Guido Possa (Milano, 15 gennaio 1937) è un politico italiano. Laureato in ingegneria meccanica nucleare presso il Politecnico di Milano, amico fraterno di Silvio Berlusconi, assieme al quale vendeva a domicilio scope elettriche…”. Inizia così la voce su Wikipedia dedicata all’onorevole Possa, ora presidente della Commissione Cultura del Senato, che l’altro giorno alla trasmissione Tutta la città ne parla” su Radio3, ci spiegava il concetto che il suo amico Silvio B. ci aveva già illustrato con queste semplici parole: perché dovremmo pagare uno scienziato quando facciamo le migliori scarpe del mondo? Nelle parole di Possa: “Vi è in atto un processo di contenimento dello spesa pubblica in tutti i paesi del mondo dunque è necessario tagliare… Bisogna concepire la ricerca come un formidabile processo internazionale in cui il nostro apporto è di qualche percento… Noi siamo un paese che ha limiti e bisogna prendere atto di questi limiti. Non possiamo assolutamente più pensare di essere un paese di serie A in tanti settori perché le ricerche sono condotte con mezzi che non possiamo permetterci.”


Possa ha il grande merito di essere finalmente chiaro, al di là delle chiacchiere del Ministro Gelmini, dei suoi acuti consiglieri e delle allodole che ci cascano, su quale sia l’idea che ha il governo sul ruolo dell’Italia nella ricerca, sulla meritocrazia e sull’eccellenza: l’Italia deve rinunciare a fare ricerca. Proprio un’ottima idea, che, infatti, questo governo ha perseguito con certosina pazienza e con una determinazione pari solo all’inesauribile ideazione di leggi ad personam: la riforma Gelmini è per il momento l’unica riforma promulgata da questo governo, e speriamo con il favore del vento del Nord Africa, anche l’ultima.

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