giovedì 16 maggio 2013

A fronte di tanta "magnificenza" c'è da sperare nell'eclissi di sole








Gentili candidati,
l’Università e la Ricerca pubbliche in Italia versano in condizioni disperate, i problemi da affontare sono molti e il compito del futuro Rettore del nostro
piccolo e periferico Ateneo Udinese è gravoso.
I tagli governativi hanno avuto delle ricadute pesantissime con il blocco del turnover e la quasi totale sparizione dei fondi ministeriali per la ricerca pubblica. Basti pensare che per il bando del 2012, alle 14 aeree disciplinari il governo Monti ha destinato solo 38 milioni di euro: un insulto alla dignità e alla professionalità di migliaia di ricercatori. 
Nel complesso, questa situazione, lungi dal nuocere a fannulloni e nepotisti, penalizza le componenti più produttive e vitali anche nel nostro Ateneo.
Alla penuria di fondi si sommano i problemi causati dal nuovo sistema di reclutamento e progressione delle carriere basato su rigidi indicatori stabiliti Anvur che presentano ricadute negative nel loro utilizzo soprattutto sui più giovani che sono spinti a pubblicare molto e molto fretta, scegliendo settori di indagine di moda che fruttano più citazioni di altri, privilegiando la quantità alla qualità, a discapito di autonomia, approfondimento, curiosità e originalità.
L’università e la ricerca in Italia hanno bisogno di una cura, ma questa non deve uccidere il paziente, come purtroppo sta accadendo, è urgente un cambio di strategia.
Se in Italia la classe politica e dirigente continuerà solo a sbandierare proclami elettorali e agende virtuali, se l’Istruzione, l'Università e la Ricerca pubbliche verranno fatte morire, il decadimento del nostro Paese sarà sempre più veloce e la melma del sottosviluppo morale, culturale e economico ci sommegerà definitamente.
Auspichiamo che il Neo Ministro Carrozza abbia la forza di mettere in atto misure efficaci che introducano un nuovo sistema di valutazione per l’assegnazione dei finanziamenti, per il reclutamento e la progressione delle carriere, basato su qualità, etica e responsabilità.
Però, dato che l'attuale nostro Rettore, pur nella sua Magnificenza, non è riuscito a farlo, il futuro Rettore come rappresentante legale ma, soprattutto come espressione della nostra Comunità Accademica locale, saprà essere portavoce delle nostre istanze? 
Saprà essere comunicatore del nostro grido, non più di allerta per un pericolo immanente ma, di dolore per il danno arrecato al Paese?  
Saprà nella gestione dell'Ateneo contrastare la tendenza gravemente lesionistica in atto?



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