mercoledì 17 aprile 2013

Contributo CoUP all'Assemblea d'Ateneo per le candidature a Rettore: Soluzioni per un impegno programmatico.

Le soluzioni da prospettare ad un Rettore
 
L’assemblea dello scorso 26 marzo 2013, che abbiamo indetto nel quadro del ciclo di incontri della comunità accademica iniziato lo scorso dicembre, ha registrato un animato dibattito sulle richieste da porre al prossimo Rettore della nostra Università. 
Sono state evidenziate le preoccupanti difficoltà del quadro generale e locale, in cui dovrà operare la nostra comunità, e le scelte possibili che per conto di essa dovrà compiere il Rettore. 
E’ emersa una generale convergenza sull’opportunità di indicare linee da seguire per ragionevoli soluzioni ai numerosi problemi in campo, piuttosto che porre domande per giudicare le risposte.
In quest’ottica, le questioni che avevamo identificato come problematiche all’ordine del giorno vanno innanzitutto raggruppate per tipologie, in relazione alle parti e/o controparti che ciascuna chiama in causa. Proprio in base alle platee sollecitate, possiamo individuare tre diversi blocchi di questioni.

Burocrazia, Democrazia e Statuto: snellimento delle procedure burocratiche mediante una riattivazione delle strutture amministrative che facevano capo alle ex-Facoltà; cambio strategia della Direzione Generale; trasparenza degli atti degli organi collegiali; modifica statutaria per una designazione elettiva del CdA; 

questioni che attengono direttamente al piano dell’organizzazione interna dell’Ateneo, con scelte che dipendono direttamente dal Rettore e dagli organi collegiali.

Scelte di bilancio: reperimento di risorse per sostegno interno alla ricerca, alle biblioteche ed al parco strumentale; ripensamento sulle sedi periferiche; chiusura di corsi di laurea non sostenibili per distanziamento dai requisiti minimi;

questioni che attengono alla gestione del finanziamento ordinario (FFO) e del reperimento e gestione di finanziamenti regionali e privati, con le politiche relative di iniziativa del Rettore che, per esempio, puntino ad un riequilibrio degli stanziamenti regionali – oggi troppo concentrati sull’industria – a favore delle università.

Trasformazioni istituzionali: Teaching School, una prospettiva da respingere per rimanere Università; Federazione (Trieste, Verona, Venezia, Padova), possibile solo su base di investimento per potenziamento;

Diritto allo studio e reclutamento: mantenimento delle borse di dottorato senza perdere risorse da destinare ad apprendistato scientifico in industrie; contenimento delle tasse universitarie; allargamento della base dei docenti di I e II fascia; abolizione dei ricercatori TD e ripristino di ricercatori TI;
 
questioni che attengono al ruolo del Rettore come rappresentante di una comunità rispetto al Ministero ed al Governo e che richiedono un impegno di condotta per salvaguardare la natura universitaria della nostra istituzione, nell'ambito di politiche per correzioni essenziali alla Legge 240/2010. 

Correzioni che solo il Parlamento ha la possibilità di apportare, ma che devono provenire dal movimento delle comunità accademiche, di fronte alla prospettiva di svuotamento progressivo dell’elaborazione e della ricerca scientifica, della formazione superiore e, in definitiva, del futuro di questo Paese.














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