Un Governo di tecnici spalleggiato da mandanti armati di buona volontà che tratta la Scuola, l'Università e la Ricerca in perfetta continuità con il Governo che lo ha preceduto.
Tre istituzioni per Noi sacre e di cui essere orgogliosi, umiliate alla stregua dell'immagine un poco particolare che ben descrive lo "spettacolo" offerto.
Si suggerisce la lettura di alcuni testi che riteniamo in grado di far capire come le 3 istituzioni siano oggetto di sciempio con azioni di segno inverso a quello che il buon senso consiglierebbe.
S C U O L A
COME SFASCIARE L'ISTITUZIONE IN 12 MOSSE
(Il Sussidiario, 18 ottobre 2012)
Il
ministro Profumo lancia un “patto” per la scuola. Un “patto” è qualcosa che
presuppone un confronto, un accordo e allora è sembrato che fosse venuta l’ora
del dialogo e, in questo spirito, ho commentato l’intervista del ministro al
Messaggero in cui egli lanciava questa idea del “patto”.
Poi
ho letto la frase pronunciata dallo stesso ministro alla convenzione Diesse e
commentata sul Sussidiario da Fabrizio Foschi: «La scuola, come luogo fisico,
diventerà un ambiente di interazione allargata e di confronto, che mano a mano
supererà gli spazi tradizionali dell’aula e dei corridoi. La immaginiamo come
un vero e proprio Hub della conoscenza. Aperto agli studenti e alla
cittadinanza, centro di coesione territoriale e di servizi alla comunità, un
vero e proprio centro civico».
L’ho
letta e mi sono detto che è troppo, francamente troppo.
Dice
cortesemente il titolo dell’articolo di Foschi che al centro civico di Profumo
mancano le parole “educazione” e “docente” . Nel testo si dice che la scuola è
un’altra cosa. Infatti, al “centro civico” di Profumo manca semplicemente la
scuola.Per proseguire nella lettura clicca QUI
U N I V E R S I T A'
L’UNIVERSITA' ITALIANA NON E' TUTTA DA BUTTARE
di Francesco Sylos Labini 25 aprile 2012, "Il Fatto Quotidiano"
( ... omissis ... )
L’inesorabile sottofinanziamento del sistema universitario italiano porterà in breve tempo anche all’esaurimento di formazione di giovani preparati che hanno successo all’estero. Con il blocco delle assunzioni che si prospetta con i nuovi decreti che il governo sta discutendo in questi giorni, si interromperà un ciclo di trasmissione di conoscenze per mancanza di nuove leve. Un danno drammatico a cui ci vorranno lustri per porre rimedio. In un momento così grave non solo per l’università ma per il paese conviene riflettere su quanto scrisse Albert Einstein: “ In tempi di crisi la gente è generalmente ignara di tutto quello che è fuori dalle sue immediate necessità …. Come regola generale, il sapere e i metodi che crea perseguono gli scopi pratici solo indirettamente e, in molti casi, non prima che siano trascorse diverse generazioni. Laddove la ricerca scientifica viene bloccata, la vita intellettuale della nazione si inaridisce, il che significa il prosciugamento di tante possibilità di futuro sviluppo. Ecco quello che dobbiamo prevenire”.
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R I C E R C A
GLI ENTI DI RICERCA INUTILI
16 ottobre 2012 di Paolo Valente su "L'Unità".
Il disegno di legge (DDL) di stabilità
appena inviato dal Governo al Parlamento rappresenta un nuovo capitolo
dei sacrifici che il nostro Paese deve affrontare per sistemare i conti
pubblici. Si tratta di una manovra ancora una volta pesante: circa 12
miliardi di Euro, con misure nel campo di sanità, pubblico impiego,
lavoro.
Tra le tante norme, nella prima bozza del
DDL c’era un articolo, l’art. 11, che ha provocato le non clamorose ma
qualificate proteste dei ricercatori degli enti di ricerca pubblici: si
prevedeva infatti di sciogliere i dodici istituti che si occupano di
ricerca nell’ambito del Ministero dell’istruzione, università e ricerca
(MIUR), per poi ricostruire un unico ente multidisciplinare, una sorte
di super-CNR, con la parallela istituzione di due nuove amministrazioni,
ovvero due agenzie (per il finanziamento della ricerca e per il
trasferimento tecnologico), con il contestuale assorbimento di altri
enti come ASI, ISPRA e ENEA.
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Di seguito l'art.11 citato
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