Secondo Voi la tattica d'Ateneo è per principio quella di ignorare le richieste, nella speranza che chi le fa col tempo perda interesse e lasci perdere?
Forse bastava una telefonata per sbloccare la situazione, ma è evidente che c'è chi è rigoroso e ligio e aspetta educatamente una risposta che non arriva ... forse perchè non ci sentono ..., serve un orecchio bionico?
Si accettano commenti e critiche, ma sembra che una Assemblea il 26 settembre non si dovesse fare in piena autonomia.
Sveglia!
Pensate sia invece preferibile
venerdì 26 ottobre pv ?
Sveglia!
ADI, ANDU, CISL-Università, COBAS-Pubblico
Impiego, CoNPAss, FLC-CGIL, LINK,
RETE29Aprile, SUN, UDU, UGL-INTESA FP, UIL RUA, USB-Pubblico Impiego
PER SALVARE E RILANCIARE L'UNIVERSITà
SETTIMANA NAZIONALE DI DIBATTITO E
MOBILITAZIONE
22-27 OTTOBRE 2012
Le
Organizzazioni e le Associazioni universitarie hanno più volte denunciato la
condizione drammatica in cui versa l'Università italiana, aggravata dal recente
Decreto Legge sulla spending review.
La
Legge 240/2010 si è rivelata in buona parte inapplicabile e funzionale ad una
gestione rigidamente burocratica, centralizzata e verticista degli atenei. Una
gestione che si è affiancata alla progressiva riduzione di finanziamenti, di
organici, di strutture e percorsi formativi. L'attuale governo invece di intervenire
sui limiti e le contraddizioni di quella legge, e di segnare un cambio di passo
rispetto al precedente governo, ha ulteriormente ridotto i già limitati spazi
di democrazia negli Atenei per mezzo di ricorsi ai TAR su Statuti giudicati
“troppo democratici”, ha prorogato il mandato dei rettori in scadenza ed ha
lasciato accrescere i poteri e le prerogative dell'ANVUR ben al di là del
mandato di legge. Se il referendum sull'abolizione del valore legale del titolo
di studio voluto dal governo si è dissolto grazie all'opposizione venuta dal
mondo dell'istruzione e della ricerca, si porta a compimento lo svuotamento del
diritto allo studio con il progressivo aumento della tassazione studentesca e
del numero dei corsi a numero chiuso o programmato. Infine, il perdurare del
blocco sostanziale delle assunzioni e delle opportunità di carriera rischia di essere aggravato dalla messa
in opera di procedure arbitrarie, illogiche e farraginose di abilitazione
scientifica nazionale.
Ancora
una volta, consapevoli che il Paese e chi opera e studia negli Atenei non
possono più tollerare che venga cancellata l'Università pubblica, autonoma,
democratica, di qualità e aperta a tutti, torniamo a denunciare il
comportamento del ministro Profumo che prosegue nell'opera di smantellamento, e
rifiuta il confronto con l'insieme delle rappresentanze del mondo
universitario.
E'
sempre più urgente modificare le norme sull'Università per andare in una
direzione opposta e contraria a quella finora seguita e che si vorrebbe continuare
a perseguire. Ribadiamo che per questo occorre:
1.
Investire con la massima
urgenza e in quantità rilevante sulla ricerca (a partire dalla valorizzazione
del dottorato) e l'alta formazione per raggiungere almeno il livello della
media europea, nella direzione proposta da “Strategia di Lisbona” e da “Agenda
europea 2020”. Prevedere il finanziamento del FFO sulla base di dati certi e
oggettivi (es. costo standard per studente).
2.
Difendere il valore legale
dei titoli di studio, individuando con il mondo universitario politiche capaci
di innalzare effettivamente la qualità dell'offerta formativa in tutti gli
Atenei. In questa direzione è necessario valorizzare il titolo di dottore di
ricerca all'interno e all'esterno dell'Università.
3.
Favorire l'accesso in ruolo
dei precari prevedendo un reale turn over. Assicurare reali prospettive di carriera al personale già di ruolo.
Procedere nell'immediato all'assunzione dei vincitori di concorso.
4.
Realizzare un vero diritto
allo studio, assicurando a tutti gli studenti idonei la borsa di studio,
aumentando e migliorando i servizi (biblioteche, aule, laboratori, ecc.) e le
condizioni di vita degli studenti (residenze, mense, ecc.). In direzione
opposta vanno invece l'aumento delle tasse, l'introduzione dei prestiti d'onore
e di altri strumenti di indebitamento, il progressivo ricorso al numero
programmato degli accessi. Riteniamo che si debbano urgentemente ritirare i
provvedimenti che prevedono l'aumento della tassazione studentesca e che
rischiano di determinare un drammatico calo nelle immatricolazioni proprio
nelle fasce sociali più debole ed esposte
5.
Ribadire l'importanza di un
organo nazionale di piena rappresentanza e di coordinamento del Sistema
nazionale delle Università.
6.
Rivedere l'attuale governance universitaria: in alternativa ai poteri immensi e
antidemocratici del rettore e del CdA, è necessario rafforzare il Senato
Accademico, direttamente eletto da tutte le componenti, con responsabilità
della programmazione, del coordinamento e del controllo. Va inoltre assicurata
la piena autonomia finanziaria e gestionale ai dipartimenti.
7.
Introdurre trasparenti
meccanismi di reclutamento in ruolo. Garantire l'avanzamento di carriera sulla
base di valutazioni individuali nell'ottica di un ruolo unico della docenza,
senza distinzioni di diritti e doveri, nel quale comprendere gli attuali
ordinari, associati e ricercatori.
8.
Prevedere un'unica figura
pre-ruolo a tempo determinato, di breve durata e adeguata retribuzione, con
reale autonomia di ricerca e il riconoscimento pieno dei diritti.
9.
Valorizzare le
professionalità del personale tecnico-amministrativo, superare il blocco della
contrattazione nazionale e del turn over,
investire in aggiornamento e formazione.
Questi
cambiamenti vanno realizzati subito per rilanciare il ruolo fondamentale
dell'Università per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese.
L'attuale crisi impone - come in altri Paesi - di puntare/investire
sull'Università, invece di utilizzare la crisi stessa come pretesto per la sua
demolizione a vantaggio di potentati economici e accademici.
Per
ottenere tutto questo facciamo APPELLO a studenti, docenti e personale T.A e
all'opinione pubblica affinché sostenga
una battaglia che più di ogni altra può portare al superamento di una crisi che
altrimenti risulterà irreversibile.
Si
chiede a tutte le forze politiche e alla società civile un confronto sulle questioni da noi poste anche in vista della prossima
scadenza elettorale che si augura possa portare alla costituzione di un
Parlamento e di un Governo che non ascoltino soltanto coloro che hanno
interesse allo smantellamento dell'Università statale.
Per
sostenere queste nostre richieste si promuove una settimana nazionale di
dibattito e mobilitazione dal 22 al 27 ottobre 2012 durante la quale negli
Atenei si terranno Assemblee unitarie di tutte le componenti.
Roma,
14 settembre 2012
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