Secondo l'Istat per quasi un italiano adulto su due il titolo di studio più alto resta il diploma di terza media. È quanto emerge dalle schede del compendio annuale 2011 dal titolo 'Noi Italia', il 47,2% della popolazione in eta' compresa tra i 25 e i 64 anni ha conseguito come titolo di studio piu' elevato soltanto la licenza di scuola media inferiore, valore che - nel contesto europeo - colloca il nostro Paese molto distante dalla media Ue27 (27,9 per cento nel 2009).
Peggio di noi fanno solo Spagna, Malta, Portogallo.
Quanto invece alla quota di giovani (18-24enni) con al più la licenza media, che ha abbandonato gli studi senza conseguire un titolo superiore, questa e' pari al 19,2% e colloca il nostro paese in una delle posizioni peggiori nella graduatoria UE27 (media 14,4 per cento nel 2009).
La partecipazione dei giovani al sistema di formazione dopo il termine del periodo di istruzione obbligatoria è pari all'82,2% nella fascia di eta' 15-19 anni e al 21,3% tra i 20-29enni, rispettivamente 2,7 e 3,8 punti percentuali al di sotto dei valori medi dell'Ue27 (anno 2008).
Nell'anno scolastico 2007/08, il 12,3% degli iscritti al primo anno e il 3,5% degli studenti del secondo anno delle scuole superiori abbandonano il percorso di studi prescelto senza completare l'obbligo formativo.
Il 19% dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente), quota cresciuta di 3,3 punti percentuali tra il 2004 e il 2009.
Tale livello e' tuttavia ancora molto contenuto rispetto all'obiettivo del 40% fissato da "Europa 2020". I giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), non piu' inseriti in un percorso scolastico/formativo, ma neppure impegnati in un'attivita' lavorativa, sono poco piu' di due milioni, il 21,2% tra i 15-29enni (anno 2009), la quota piu' elevata a livello europeo.
Gli adulti impegnati in attivita' formative, un elemento considerato cruciale nella lotta contro l'esclusione sociale, sono il 6% del totale nel 2009, meno della meta' rispetto al livello obiettivo da perseguire entro il 2010 secondo la strategia di Lisbona (12,5 per cento).
Certamente tramite il Censimento Istat 2011 si potrà disporre di un quadro meglio definito, dovremo però aspettare la rielaborazione dei dati.
Comunque, resta incomprensibile il fatto che la classe dirigente del nostro Paese abbia deciso di ridurre i finanziamneti all'Università e all'Istruzione, quando a partire da questi avrebbero dovuto porre in essere strategie di segno opposto.
La partecipazione dei giovani al sistema di formazione dopo il termine del periodo di istruzione obbligatoria è pari all'82,2% nella fascia di eta' 15-19 anni e al 21,3% tra i 20-29enni, rispettivamente 2,7 e 3,8 punti percentuali al di sotto dei valori medi dell'Ue27 (anno 2008).
Nell'anno scolastico 2007/08, il 12,3% degli iscritti al primo anno e il 3,5% degli studenti del secondo anno delle scuole superiori abbandonano il percorso di studi prescelto senza completare l'obbligo formativo.
Il 19% dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente), quota cresciuta di 3,3 punti percentuali tra il 2004 e il 2009.
Tale livello e' tuttavia ancora molto contenuto rispetto all'obiettivo del 40% fissato da "Europa 2020". I giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), non piu' inseriti in un percorso scolastico/formativo, ma neppure impegnati in un'attivita' lavorativa, sono poco piu' di due milioni, il 21,2% tra i 15-29enni (anno 2009), la quota piu' elevata a livello europeo.
Gli adulti impegnati in attivita' formative, un elemento considerato cruciale nella lotta contro l'esclusione sociale, sono il 6% del totale nel 2009, meno della meta' rispetto al livello obiettivo da perseguire entro il 2010 secondo la strategia di Lisbona (12,5 per cento).
Certamente tramite il Censimento Istat 2011 si potrà disporre di un quadro meglio definito, dovremo però aspettare la rielaborazione dei dati.
Comunque, resta incomprensibile il fatto che la classe dirigente del nostro Paese abbia deciso di ridurre i finanziamneti all'Università e all'Istruzione, quando a partire da questi avrebbero dovuto porre in essere strategie di segno opposto.
Nessun commento:
Posta un commento