Questa mattina mi sono svegliata e ho ripensato al concerto di ieri sera di Vinicio Capossela e alle facce dei musicisti greci che suonano con lui il rebetiko, la musica che si canta insieme come un coro ma si balla da soli.
Così ha detto Capossela, ricordando che poche ore prima ad Atene c'erano stati scontri tra manifestanti e la polizia perché il parlamento ha approvato altri tagli per 13 miliardi e mezzo.
Cioè meno pensioni e più licenziamenti.
Era la condizione per accedere a 31 miliardi di aiuti della Troika. Allora mi è venuta in mente un'intervista all'uomo che l'anno prossimo sfiderà Angela Merkel per la guida della Germania. Si chiama Peer Steinbrueck, ha 65 anni ed è già stato Ministro delle Finanze nel governo di grande coalizione. Secondo lui la Cancelliera si è fatta coinvolgere dai tedeschi in una politica di rancore verso il sud dell'Europa.
Una politica che ci condanna alla depressione.
Chiedetelo ai greci che con l'austerità finora hanno raccolto il Pil a meno 20% e la disoccupazione al 25.
Il rebetiko è una musica ribelle, in cui si canta il desiderio per qualcosa che non c'è.
Così leggo in un'intervista a Capossela.
Steinbrueck invece dice che vuole un'alleanza con i Verdi e che non pensa nemmeno al caso in cui dalle urne non uscisse questa maggioranza, che lui si occupa solo dello scenario che desidera perché tutto il resto distrae.
E allora mi è venuto in mente quel pezzo di Vinicio in cui c'è un pugile che le dà e un poveraccio che le prende.
E ho pensato che è proprio così: la vita per qualcuno è ok ma per altri è ko.
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