mercoledì 1 agosto 2012

COMUNICATO DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE UNIVERSITA’ BENE COMUNE SUI RISULTATI DEL CONTROSONDAGGIO SUL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO

 

12 luglio 2012

Il 16 maggio si è concluso il controsondaggio promosso dall’Assemblea Università Bene Comune sul valore legale del titolo di studio, iniziato il 17 aprile e realizzato attraverso un questionario somministrato in formato elettronico per l’autocompilazione via web. Il questionario riguardava, oltre al problema del valore legale, anche altri aspetti dell’organizzazione dell’università nel nostro paese, sui quali daremo puntuale notizia nei prossimi giorni.
Nonostante il silenzio assordante della stampa, attraverso la rete e il
passa parola al sondaggio hanno risposto 4.155 cittadini, di cui il
58,7% appartenenti al mondo universitario. Va subito osservato che il 69% dei rispondenti non ritiene che quella del valore legale del titolo di studio sia una priorità per il sistema universitario italiano. Tra i rispondenti i gruppi più numerosi sono quelli degli studenti (22%) e dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato (44%). Analizzando l’insieme dei rispondenti secondo il titolo di studio emerge che ben il 45,6% è laureato e il 26,6% ha conseguito il dottorato di ricerca. Si tratta quindi di un insieme altamente informato sulla situazione universitaria, in cui la percentuale di rispondenti sotto i 35 anni è pari al 38%.

Complessivamente l’84% dei rispondenti ha espresso un parere contrario all’abolizione del valore legale del titolo di studio. Questo risultato si aggiunge e fornisce conferma a quello registrato dal sondaggio organizzato dal ministro Profumo, al quale hanno partecipato quasi 24.000 cittadini, di cui il 74% è contrario all’abolizione del valore legale del titolo di studio.
L’esito concorde dei due sondaggi, tra di loro indipendenti e indirizzati verosimilmente a strati di popolazione ben differenziati,
indica in modo non equivoco che l’orientamento prevalente della
cittadinanza, quantomeno della sua componente più attiva ed informata sulle problematiche in oggetto, vuole che il sistema di istruzione della Repubblica mantenga e rafforzi le caratteristiche di inclusività e di promozione sociale che la Costituzione del 1948 indica come stelle polari dell’azione politica, in quanto presupposto necessario affinché tutti i cittadini possano essere egualmente liberi. In pratica l’esito dei due sondaggi certifica che i cittadini vogliono, concretamente e non in astratto, una politica che faciliti l’accesso delle classi meno abbienti ai gradi più elevati dell’istruzione.




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