giovedì 21 aprile 2011

PNR: Lacrime e sangue altro che risorse aggiuntive

Il Programma Nazionale della Ricerca 2011-2013, ha uno slogan: 


ECCELLERE
COOPERARE
COMPETERE


Come (!?), questo è il problema, dato che nell'Introduzione del PNR c'è scritto:

(...) Un paese moderno deve essere capace di bilanciare e distribuire il rischio tra Stato e mercato, valutando e misurando caso per caso la ricaduta dell‘impegno pubblico sugli obiettivi generali di crescita e competitività. A partire dai settori più sensibili, come la ricerca. Per questo, il PNR assume la priorità della migliore organizzazione dei ― fattori produttivi della ricerca, sviluppando una compiuta analisi dell‘esistente, e definendo un modello di intervento allineato alle traiettorie dello sviluppo mondiale e coerente con le prassi comunitarie. Questa impostazione implica una più forte collaborazione e un più efficace coordinamento tra le diverse competenze istituzionali. Le Amministrazioni dello Stato e le Regioni devono promuovere e attuare maggiori livelli di integrazione, riducendo drasticamente la tendenza alla frammentazione e sovrapposizione di progetti, risorse e competenze. 
Lo Stato deve farsi carico dei progetti strategici di interesse nazionale e internazionale; le Regioni debbono prevalentemente accompagnare i sistemi territoriali verso l‘adeguamento tecnologico ed il potenziamento innovativo.

(...) 

In questa sede è divenuto sempre più evidente che l‘Italia è in condizione di poter contribuire in maniera significativa al raggiungimento degli obiettivi delineati nel documento di visione strategica Europa 2020, in linea anche con quanto previsto dal Programma Nazionale di Riforma nel quale ci si prefigge che ― il miglioramento sia quantitativo che quantitativo dell‘apporto pubblico alla spesa in Ricerca, attualmente pari allo 0,56 per cento del PIL. L‘attuazione del PNR 2011-2013 procederà per azioni strategiche, interventi prioritari e Progetti Bandiera e sarà garantita da una struttura di governance, che e ha l‘obiettivo di coordinare e di controllare l‘avanzamento degli interventi.

Per  leggere tutto il nuovo Piano Nazionale delle Ricerche clicca qui.

2 commenti:

  1. Eppure il presidente Napolitano a Varese aveva chiuso l'intervento con queste parole "Abbiamo una volta scritto, noi membri dell'Unione europea, che l'economia europea deve diventare un'economia fondata sulla conoscenza, e ci siamo proposti degli obiettivi che, dobbiamo pur dirlo, non abbiamo raggiunto: volevamo raggiungerli in un decennio, che è scaduto, e quegli obiettivi restano ancora un traguardo non facile.
    Abbiamo bisogno, perciò, di qualificare il nostro sistema universitario, innanzitutto sul terreno della ricerca e su quello dell'alta formazione.
    E ciò comporta anche un'attribuzione adeguata di risorse, non in modo indiscriminato, facendo le valutazioni necessarie, come dicevo, distinguendo fra situazioni che richiedono drastiche correzioni ed altre che debbono essere incoraggiate".

    RispondiElimina
  2. Con la solita confidenza autoreferenziale di chi crede di incantare le bambole, Mariastella Gelmini ha dichiarato, al varo ufficiale dei Progetti Bandiera, il 19 aprile us:
    “Il sostanziale allineamento dell‘Italia alla media europea in termini d‘investimenti in Ricerca (0,56% vs. 0,65% in Europa), evidenzia che il sistema pubblico ....”
    Ci si confronta con una media che include una schiera sostanziosa di paesi poco sviluppati, nonostnte l'ingresso in Europa, invece di guardare a quelli trainanti come Germania e Francia. Ogni commento è superfluo. Di nuovo viene da chiedersi: 'Ma ci è o ci fa?'

    Nel merito, questo ennesimo spot pubblicitario di un ministro che fa solo fiction significa che si destinano 1.772 miliardi di Euro per 14 progetti di ricerca svolti da enti pubblici (CNR, ASI, INFN, INAF, IIT, Difesa, MIUR). Indovinate chi manca? Proprio l'Università! E perché? Non certo perché quei cattivoni degli universitari sono tutti comunisti che remano contro, bensì perché questi 1772 milioni di Euro provengono per gran parte proprio dai fondi di funzionamento dei suddetti enti di ricerca pubblica. In effetti, nel quadriennio 2010-2013, il loro fondo di funzionamento (1755 mil Euro nel 2010) dimnuirà di un 15% annuo per totalizzare in 4 anni 1117 mil. Euro, cui si aggiungeranno altri 595 mil. Euro negli anni a venire (dopo il 2013) da fondi FAR (fondi europei).

    Quindi i 14 progetti Bandiera saranno di certo finanziati per gran parte con minori dotazioni ai suddetti enti pubblici di ricerca, altro che stanziamento nell'ambito del PNR! (Piano Nazonale della Ricerca)
    E questo sarebbe un nuovo stanzamento per la ricerca? Ma non è il solito gioco delle tre carte per mascherare annunci privi di sostanza? Progetti Bandiera? Sì, ma della menzogna!

    Se poi scorriamo le cifre nel dettaglio, scopriamo che le dotazioni più 'succulente' sono per i progetti:
    1) Cosmo - Skymed II Generation (ASI - satelliti artificiali), Sigma (ASI, Difesa, MIUR - comunicazione satellitare), Telerilevamento ottico (ASI, Difesa, MIUR - nuovo satellite), in totale 780 mil. Euro;
    2) Ritmare (CNR - ricerca marina), in totale 450 mil. Euro;
    3) Super B factory (INFN, IIT - acceleratore elettroni e positroni), in totale 250 mil. Euro.

    Agli altri 9 progetti vanno 300 milioni scarsi, che includono 80 mil. Euro per il progetto IGNITOR (altisonante programma Italia-Russia sui plasmi termonucleari), 39 mil. Euro per il progetto Ambito Nucleare (CNR) sul nucleare in Italia, 30 + 12 mil. Euro per progetti CNR su ricerca e innovazione tecnologica per i beni culturali e per il potenziamento del Made in Italy (La fabbrica del futuro), 45 mil. Euro al progetto Elettra-Fermi EUROFEL (ambito infrastruttire europee. Rimangono l'elemosina all'INAF (8 mil. Euro in 4 anni per astrofisica) e 30 + 23 + 25 mil. Euro in 4 anni, rispettivamente per Epigenomica (sequenziamento DNA e RNA), NanoMax (nanotecnologie) e InterOmics (proteomica e metabonomica), tutti a cura del CNR.

    E questa sarebbe la ricerca italiana per i prossimi anni? Ma quale mente sopraffina ha ideato tutto ciò? "Ma ci faccia il piacere", avrebbe detto Totò. Siamo alle solite, con un ministero della ricerca scientifica governato da un ministro immagine dove fa man bassa degli scarsi fondi una cricca di personaggi che gravitano nel sottobosco di una poltica marcia.

    RispondiElimina